Il successo dei vini del Vulture nella Basilicata oggi dipende in gran parte dalla tenacia e dal talento della famiglia Paternoster che da oltre un secolo ha creduto e investito nel potenziale dell'uva autoctona.
Anselmo, il fondatore, affianca suo padre in vigna e in cantina e nel 1925 vende le prime bottiglie di Aglianico a marchio di famiglia, segnando l'inizio di un percorso crescente di qualità riconosciuta a livello mondiale, ora nelle mani della terza generazione.


E’ stato Pino, il figlio del fondatore, ad elevare tuttavia l'arte della viticoltura e vinificazione piantando i primi semi del successo moderno. Oggi, suo nipote Fabio Mecca porta continuità ad una visione enologica bilanciata tra tradizione e modernità.
“Tutt'ora rimango legato a Paternoster: dal cuore, dall'ambizione e dalla missione. Questo posto mi scorre nelle vene e il suo influsso parte da lontano: mi ha permesso di essere quello che sono oggi. E pensa, sin da che ho ricordi, io passavo il mio tempo libero in vigna e in cantina. La vecchia cantina era sotto la casa dei miei nonni. Soprattutto durante la vendemmia, appena uscivo dalla scuola, scappavo dai nonni, un pasto veloce e poi scendevo in vigna e in cantina. Oggi faccio anche altro, ma la mia missione di continuare un progetto di famiglia partito dal mio bisnonno, rimane saldo”.
Fabio Mecca, enologo Paternoster e Masseria Surani

Storia
Il fondatore, Anselmo Paternoster (1898) fu un pioniere della viticoltura italiana e cavaliere di Vittorio Veneto, sull'etichetta portabandiera della cantina: Don Anselmo.
E’ stato però il suo carismatico figlio Giuseppe (Pino) a dare forma al futuro successo della cantina. Pino è probabilmente il primo a studiare enologia in tutta la Basilicata e con in mano il diploma di laurea della prestigiosa Scuola enologica di Conegliano, non ha perso tempo nel portare veloce innovazione in azienda, come l'acquisto delle prime barrique di affinamento.

Il fondatore, Anselmo Paternoster (1898) fu un pioniere della viticoltura italiana e cavaliere di Vittorio Veneto, onorato ancora sull'etichetta portabandiera della cantina: Don Anselmo.
E’ stato però il suo carismatico figlio Giuseppe (Pino) a dare forma al futuro successo della cantina. Pino è probabilmente il primo di studiare enologia in tutta la Basilicata e con in mano il diploma di laurea dalla prestigiosa Scuola enologica di Conegliano, non ha perso tempo nel portare veloce innovazione in azienda, come l'acquisto delle prime barrique di affinamento.
“La nostra famiglia è diventata partner di maggioranza nel 2016. Abbiamo da sempre ammirato la qualità e potenziale di Paternoster e siamo orgogliosi di far parte di una partnership che porterà riconoscimento ed una presenza internazionale a Paternoster e i vini del Vulture”.
Pierangelo Tommasi, Direttore Generale Tommasi Family Estates
Vigneti
I vigneti di Paternoster, a conduzione biologica, salgono fino a 643 metri di altitudine. I venti ettari di proprietà sono frazionati in piccole parcelle tra le contrade di Barile.


Alcuni di esse sono tra le migliore vigne cru, comprese Rotondo, Macarico, Pian di Carro and Gelosia. Storicamente, la famiglia ha coltivato preziosi rapporti con vignaioli esperti con ambite parcelle di vigna a Barile e nei dintorni; tutt'oggi sono una fonte importante per la produzione della Falanghina e delll'Aglianico.
I suoli sono di origine vulcanica con una geologia complessa e varia a cui sta stretta la sintesi in una singola espressione. Per questo motivo, i vigneti sono custoditi gelosamente dai vignaioli che riconoscono ogni sfumatura della loro terra e del suo frutto.
Tuttavia, permangono tratti comuni come il sapore minerale, l'altissima acidità dovuta ad una naturale presenza di acido tartarico e una nota presenza di potassio. Le differenze più o meno sottili tra parcelle sono colte dall'enologo nella vinificazione separata delle vigne cru e nella creazione dei cuvée.
Il microclima
Sotto la silhouette del Monte Vulture nel nord della Basilicata, l'atmosfera è inquieta e struggente, una metafora visuale della tensione tra l'operosità moderna e il ritmo stagionale dell'agricoltura rurale. Un’eruzione vulcanica di oltre 130 milioni di anni fa ha disegnato i confini della denominazione e cinque fiumi attraversano le colline che raggiungono altitudini di oltre 600 metri. Questa denominazione di entroterra è tra il mar Adriatico e il mar Tirreno, con buone escursioni termiche dalle fresche brezze notturne da Monte Vulture.
Il suolo di tufo poroso trattiene le piogge invernali, diventando così una riserva importante durante i caldi e secchi mesi estivi della Basilicata. Queste sono le condizioni ideali di una maturazione graduale necessaria per la vendemmia tardiva della varietà Aglianico. Non è insolito vedere l'epoca della vendemmia a inizio novembre, cosa che fa capire quanto possa essere una sfida arrivare ad un'uva di qualità in vigna.
